Le riflessioni

In questa vicenda ho compreso come la situazione della vittima, di un reato violento, non sia tutelata e viva nel paradosso di assistere alla maggior tutela del proprio aggressore proprio all’interno del processo penale. La vittima e la sua famiglia rischiano l’oblio. Per questo ho scritto alle tre cariche dello stato. E ad oggi ancora nessuna risposta!

La tutela dei soggetti offesi non esiste, e il processo penale, è la sublime rappresentazione di questo! Nel processo non sei il soggetto da tutelare, detentore di un diritto, ma partecipi a supporto di una tesi ora dello Stato ora della Difesa. Il malandrino, per esempio, può accedere a sconti di pena e tu come vittima non esisti, sei presente nel processo penale solo legittimato per la quantificazione del tuo danno in sede civile.

E se l’aggressore è indigente, oppure un familiare stretto, tipo un marito o una moglie?

E se non puoi più lavorare e vedi mortificata la tua esistenza?

E se non hai i mezzi per far fronte a tutte le spese necessarie per curarti?

E se resti un vegetale avendo demolita la tua vita e quella della tua famiglia?

Aggiungi tu in questo “gioco” del E se… quello che non ho pensato e poi nella sequenza delle risposte che darai dimmi quale sensazione ti resta addosso……Esatto! Impotenza e Angoscia!

C’è una moltitudine silenziosa che soffre, a causa della mancanza di un sistema che le assista e le tutele. L’ingiustizia è diffusa ma la Collettività, e forse l’Ordinamento Giuridico, percepisce che siano solo vicende marginali.